Nuove forme dell’abitare dopo la pandemia

UCTAT Newsletter n.37 – settembre 2021

di Alfredo Castiglioni

La pandemia COVID 19 che stiamo vivendo ha già prodotto vaste e complesse conseguenze sociali, psicologiche, culturali ed economiche destinate a perdurare a lungo, ben al di là della sua peraltro non prevedibile durata “sanitaria”. In particolare già ora è accertato che:

  • è aumentato il lavoro “da casa” ed “in casa”;
  • è aumentato lo svolgimento di attività didattiche / di apprendimento a distanza (DAP);
  • sta diminuendo la mobilità delle persone con mezzi pubblici (MM, autobus, treni, aerei, traghetti, navi, ecc.);
  • è aumentata la mobilità dolce (bici, monopattini, ecc. anche assistiti elettricamente) e quella eco – compatibile (motocicli ed auto elettriche);
  • si sta vivendo di più in casa e si sta rivalutando la preparazione dei cibi nell’abitazione (conflessione nella frequentazione di bar / ristoranti / pizzerie / ritrovi, ecc.);
  • si andrà meno in vacanza, o quanto meno per periodi più brevi rispetto al passato;
  • di conseguenza si sta vivendo di più negli spazi esterni individuali dell’alloggio (balconi, terrazzi, giardini individuali), evitando quelli promiscui per limitare rischi di contagio e per non essere costretti alle operazioni di igienizzazione, disinfezione, ecc.;
  • è aumentata la diffidenza delle persone per i sistemi di condizionamento (anche quelli esistenti saranno utilizzati meno, perché spesso vecchi e mai sottoposti a manutenzione / sanificazione, ecc.).

Benchè la fase più grave della pandemia sembra superata grazie alla diffusione delle vaccinazioni, non dobbiamo escludere che la pandemia COVID 19 possa ancora manifestarsi con Varianti ulteriori, più o meno aggressive. Inoltre dobbiamo essere pronti a fronteggiare in futuro altre emergenze sanitarie dovute alla diffusione di virus anche diversi dal COVID 19. Per questi motivi è più che mai opportuno adeguare il nostro modello di vita, che comprende anche l’abitare.

MISURE INNOVATIVE MINIMALI

La misura che si ritiene “minimale” per adeguare ogni singola unità abitativa esistente è quella di dotare la zona di ingresso di uno spazio confinato destinato a:

  • riporre le scarpe usate in esterno;
  • riporre guanti in lattice e mascherine facciali, utilizzati durante le uscite;
  • riporre borse ed oggetti (cesti di acqua minerale, sporte (shopper) di supermercato, contenitori dei rifiuti, ecc.), da sanificare prima di essere introdotti in casa.

Un ulteriore elemento innovativo, ma più “impegnativo” dal punto di vista edilizio ed impiantistico (quindi certamente maggiormente fattibile nelle nuove costruzioni /ristrutturazioni), è costituito dalla previsione di un piccolo servizio igienico (almeno lavabo e wc, eventualmente doccia) posto in adiacenza con l’ingresso. Si evidenzia che questa previsione è spesso presente nei progetti di abitazioni “razionaliste”, come nel caso di Le Corbusier.

Queste “misure minimali” dovrebbero essere previste in tutti gli edifici (esistenti e da realizzare / ristrutturare); quindi nel seguito di questo documento non si replicheranno le considerazioni.

CRITERI INNOVATIVI DI PROGETTAZIONE

Nel caso di nuovi interventi edilizi, oppure di ristrutturazione di immobili esistenti, alcuni possibili i criteri innovativi da seguire vengono di seguito esposti.

MIX DI UTENTI – Come noto al fine di evitare fenomeni e situazioni di “ghettizzazione” ed emarginazione, e per favorire i rapporti interpersonali viene raccomandato, soprattutto dai sociologi ambientali, che ciascun nuovo “intervento edilizio” preveda il MIX DI UTENTI, in particolare tra più di due delle categorie che seguono, con incremento delle categorie del mix man mano che cresce la dimensione dell’intervento stesso:

  • Studenti universitari;
  • Giovani coppie;
  • Coppie di anziani;
  • Giovani famiglie;
  • Famiglie tradizionali;
  • Single giovani;
  • Single adulti;
  • Single anziani;
  • Famiglie con diversamente abili;
  • Famiglie allargate;
  • Comunità.

Va però osservato che le misure di salvaguardia della salute pubblica impongono oggi criteri più stringenti per garantire che il mix di funzioni assicuri la necessaria sicurezza. Infatti è evidente che mescolare funzioni differenti potrebbe rendere più difficile o complesso porre in essere misure di protezione della salute, soprattutto nel caso di spazi dove si svolgano funzioni promiscue. Questo aspetto va sicuramente approfondito coinvolgendo esperti dei settori interessati.

Nel caso si riuscisse a realizzare l’auspicato mix anche il lessico relativo all’abitare e all’urbanistica andrebbe aggiornato: non si parlerebbe più di “quartieri residenziali”, di “edifici abitativi” e di “appartamenti”, bensì di “quartieri ed edifici pluri-uso”, di “unità per l’ospitalità”, oppure di dovrebbero adottare altre dizioni ancora da individuare.

LAVORO “DA CASA” OPPURE “IN CASA” – Al fine di consentire lo svolgimento delle attività lavorative sia di tipo “intellettuale” sia per quanto possibile anche “manuale” (pur con intuibili limitazioni), si deve prevedere che almeno alcuni alloggi all’interno dell’intervento insediativo offrano la possibilità di consentire:

  • Telelavoro: è il caso del soggetto che svolge attività per lo più “intellettuali” da casa sempre o solo in alcuni giorni alla settimana. Nell’abitazione è opportuno prevedere un locale autonomo da destinare a studio, o almeno una zona all’interno dei locali più ampi (soggiorno – camera) agevolmente separabile, eventualmente anche tramite pannelli mobili, sufficientemente isolabile da rumori molesti, inquadrature indesiderate dalla telecamera del PC, ecc.. Questo spazio dovrebbe offrire un buon isolamento acustico dal resto dell’abitazione (pareti, pavimento, soffitto e porta); inoltre dovrebbe essere dotato di collegamento a reti trasmissione dati, di prese elettriche sufficienti per alimentare le attrezzature SENZA ricorrere a prese multiple, “ciabatte” ed altre soluzioni “creative” fonti di potenziali pericoli;
    • Lavoro “intellettuale” in casa: va prevista una stanza autonoma adibita all’attività, con dotazioni simili alla postazione per “telelavoro”, ma anche di ingresso autonomo dall’abitazione se è previsto il contatto abituale con persone esterne, proprio per limitare il rischio di contaminare spazi abitativi nello svolgimento di attività lavorative. Inoltre in tal modo sarebbe possibile salvaguardare la “privacy” sia propria che del visitatore;
    • Lavoro “manuale”: va prevista una stanza di lavoro attrezzato in luogo acusticamente ben isolabile dal resto delle abitazioni. In relazione all’attività svolta va valutato se è necessario collocare l’unità immobiliare a PT al fine di agevolare operazioni di carico / scarico (approvvigionamento materiali, consegne del prodotto finito, ecc.). Nella stanza va almeno predisposto il collegamento reti di trasmissione di dati perché ormai molte attività “manuali” necessitano di ricorso almeno parziale all’informatica.

MIX DI TIPOLOGIE E DI CARATTERISTICHE – Stante quanto sopra si ritiene necessario che ciascun “intervento edilizio” preveda un mix di tipologie e di caratteristiche delle unità abitative. In particolare, in relazione al tipo di utenti, si prevede:

  • per “studenti universitari” ospitati in appartamenti oppure in “convitti”: stanze da letto individuali svincolate da atrio nella zona notte che immette anche nei bagni (almeno uno ogni due o tre letti). Occorre stabilire se è ancora possibile la previsione di soggiorno comune, cucina abitabile comune (con frigorifero / frigocongelatore e con dispensa con scomparti separati) e ripostiglio grande; le vicende del COVID consiglierebbero in fatti di ridurre gli spazi comuni e quindi prevedere le relative funzioni all’interno dello spazio individuale. La soluzione potrebbe essere quella di prevedere ambedue le alternative, da utilizzare a seconda delle situazioni epidemiologiche;
  • per “giovani coppie”: camera letto matrimoniale, soggiorno, cucina, bagno, ripostiglio. Balcone profondo almeno ml 2,00 oppure loggia di adeguate dimensioni; spazio e attacchi per lavabiancheria e per asciugatrice in cucina oppure in bagno;
  • per “coppie di anziani”: fruibilità per disabili in tutte le stanze, con letto matrimoniale oppure due letti singoli ben distanziati, soggiorno / cucina, bagno, ripostiglio; spazio e attacchi per lavabiancheria e per asciugatrice in cucina oppure in bagno. Va valutata anche la possibilità della zona abitativa per badante (almeno la stanza da letto, ma è auspicabile anche il servizio igienico). Sembra invece ormai difficilmente proponibile l’idea della “badante” di caseggiato al servizio di più anziani, proprio per il maggior pericolo di contagio;
  • per “giovani famiglie”: letto matrimoniale, almeno una stanza per primo figlio, soggiorno, cucina abitabile, bagno, ripostiglio; se con più di due figli aggiungere terza stanza da letto e secondo bagno. Divisione in zona giorno e zona notte. Balcone profondo almeno ml 2,00 oppure loggia di adeguate dimensioni; spazio e attacchi per lavabiancheria e per asciugatrice in cucina oppure in bagno;
  • per “famiglie tradizionali”: camera letto matrimoniale, camera letto ogni due figli, soggiorno, cucina abitabile, due bagni, ripostiglio. Divisione in zona giorno e zona notte. Balcone profondo almeno ml 2,00 oppure loggia di adeguate dimensioni; spazio e attacchi per lavabiancheria e per asciugatrice in cucina oppure in bagno;
  • per “single giovani”: letto, soggiorno / cucina, bagno, ripostiglio. Balcone profondo almeno ml 2,00 / loggia?; spazio e attacchi per lavabiancheria e per asciugatrice in cucina oppure in bagno
  • per “single adulti”: letto, soggiorno /cucina, bagno, ripostiglio. Balcone profondo almeno ml 2,00 oppure loggia di adeguate dimensioni; spazio e attacchi per lavabiancheria e per asciugatrice in cucina oppure in bagno;
  • per “single anziani”: fruibilità per disabili in letto, soggiorno / cucina, bagno, ripostiglio. Balcone profondo almeno ml 2,00 oppure loggia di adeguata dimensione; spazio e attacchi per lavabiancheria e per asciugatrice in cucina oppure in bagno
  • per “famiglie con diversamente abili”: fruibilità per disabili in letto (singolo o matrimoniale) disabile, soggiorno, cucina abitabile, bagno; altro letto e ripostiglio normali. Balcone profondo almeno ml 2,00 oppure loggia di adeguate dimensioni; spazio e attacchi per lavabiancheria e per asciugatrice in cucina oppure in bagno
  • per “famiglie allargate”: due accessi indipendenti, uno per famiglia, l’altro per anziano / i con o senza badante; spazio e attacchi per lavabiancheria e per asciugatrice in cucina oppure in bagno
  • Comunità: in relazione alle “regole” fissate.

In tutti questi contesti abitativi occorre prevedere quanto meno la predisposizione (in pianta) di “cabine armadio” per le camere da letto (almeno quella matrimoniale) al fine di aumentare la capacità di contenere indumenti, biancheria, ecc..

Va prevista la presenza di almeno un balcone oppure terrazzo (possibilmente orientato non a nord), che deve essere conformato in modo tale da consentire la fruibilità con tavolino e sedie, sedia sdraio, ecc.); l’indicazione della profondità è quindi non esaustiva per tutte le casistiche di conformazione, ma indubbiamente dovrebbe collocarsi tra ml 1,50 e ml 2,00 (come indicato nel testo precedente). Nel caso di parapetto con profili di metallo è necessario prevedere la dotazione stabile di rete anti- caduta di oggetti (in modo che essa sia inserita nell’estetica della facciata ed uguale per tutti gli alloggi). Almeno una porzione significativa di parapetto è opportuno sia trasparente per garantire visuale lontana anche a utenti seduti.

Inoltre occorre prevedere la possibilità di montare tende per ripararsi dal sole (nei condomini con tipologia unificata per ciascun “intervento edilizio” al fine di salvaguardare l’omogeneità).

La fruizione più intensa di balconi e terrazze rende necessaria nei Condomini una regolamentazione più stringente delle modalità di irrigazione (manuale, meccanica temporizzata, ecc.) al fine di evitare percolamenti indesiderati ai piani sottostanti. Quindi è opportuno prevedere scarichi acqua (raccolta da canaletta drenante) autonomi per ogni terrazzo e convogliati in pluviali.

Va garantito a tutte le unità immobiliari il collegamento alle reti telematiche il più possibile evolute, al fine di migliorare la qualità della connessione.

FLESSIBILITA’ NELLA TIPOLOGIA DI UNITA’ PER L’ OSPITALITA’ – E’ necessaria prevedere la flessibilità nel tipo (o taglio) di unità immobiliare, intesa come possibilità per l’utente – nell’arco della sua vita – di cambiare sede in relazione alle mutate esigenze individuali e/o familiari e/o lavorative, ecc.. A tale scopo occorre prevedere:

  • A piano terra le unità per l’ospitalità degli anziani, dei diversamente abili, ecc.; sono per lo più di piccolo taglio;
  • Ai piani superiore le unità per l’ospitalità per utenti standard, di dimensioni proporzionalmente maggiori.

Si precisa che la possibilità di cambiare alloggio (“flessibilità della tipologia”) dovrebbe essere prevista all’interno del singolo “intervento edilizio”, ma anche nell’ambito delle unità per l’ospitalità che fanno capo alla stessa organizzazione (COOP, ecc.), anche in città diverse nel caso fossero necessari trasferimenti per motivi di lavoro o altro. Gli utenti di unità per l’ospitalità che fanno capo alla stessa organizzazione dovrebbe godere di forme di prelazione nei confronti di quelli di altre organizzazioni; ciò non per istituire forme di privilegio, ma al fine di conservare lo “spirito” iniziale cui l’utente ha aderito. Comunque sono auspicabili accordi tra le varie organizzazioni che si occupano di social housing per favorire lo “scambio” tra i propri soci delle unità per l’ospitalità disponibili.

E’ evidente che “l’acquisizione in proprietà” dell’unità per l’ospitalità vincola e limita fortemente la possibilità / libertà / opportunità di ottimizzare nel tempo la scelta del tipo di ambiente adatto all’attività, al modello di vita ed al livello di reddito in quel momento riferiti all’utente. Al contrario la formula della conduzione in locazione potrebbe semplificare l’adattamento all’evoluzione delle necessità contingenti.

Sarebbe opportuno prevedere anche una flessibilità interna intrinseca delle singole unità immobiliari per mezzo di setti e divisori mobili o simili per frazionare gli spazi in funzione delle necessità contingenti. A tal proposito le aperture in facciata dovrebbero essere molto frazionate al fine di garantire corretti rapporti di aero-illuminazione.

Negli “interventi edilizi” è necessario prevedere anche FUNZIONI ACCESSORIE quali:

  • Orto condominiale da assegnare a rotazione ai richiedenti (anziani, disabili, ecc.)
  • Giardino condominiale (con zona giochi, zona riposo, aiuole per coltivazione, zona animali, ecc.)
  • Laboratori condominiali per hobby da assegnare a rotazione ai richiedenti (anziani, disabili, ecc.)
  • Servizio di assistenza condominiale con alloggi per badanti (letto con bagno, soggiorno e cucina)
  • Delimitazione di stallo per la sosta temporanea per carico / scarico a rotazione separata dagli ambiti pedonali
  • autorimesse ed aree di parcheggio separate dagli ambiti pedonali (dotati anche di alcuni punti ricarica per veicoli elettrici)
  • Deposito moto e bici protetto dai furti particolarmente ampio in previsione di incremento degli utenti
  • Deposito protetto dai furti per carrozzine, sedie a rotelle, passeggini, giocattoli ingombranti, , ecc.
  • Lo unificherei con il punto autorimesse Indispensabile la ricarica elettrica condominiale “veloce” per auto (mentre moto / bici / monopattini, ecc. dispongono di batterie “leggere” e sfilabili ricaricabili in casa
  • Alloggio per ospiti a rotazione (letto con bagno, soggiorno e cucina).

Sarebbe anche opportuno prevedere negli interventi di dimensioni più significative la presenza di spazi per “servizi sociali di vicinato”, soprattutto per il sostegno e l’assistenza delle “utenze deboli”.

CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI DI DISTRIBUZIONE E DI CONNETTIVO – Negli interventi edilizi dovrebbero essere molto curata la realizzazione dei percorsi di connessione orizzontali (corridoi, atri, ecc.), verticali (scale, ascensori, ecc.) ed inclinati (rampe, ecc.) al fine di garantire la sicurezza della salute. La tecnologia oggi consente di montare “sanificatori” efficienti negli ascensori a costi accessibili. Ma ulteriori possibilità potrebbero essere assicurate dal recupero di tipologie di connettivo da anni “dimenticate”, ma che probabilmente possono essere utilmente ripensate, purchè “nobilitati” da una progettazione accurata e sensibile, capace di sottrarre a questa soluzione l’alone di “casa popolare”.

ASPETTI NORMATIVI – Sarà necessario armonizzare leggi e regolamenti esistenti (auspicabilmente unificandoli a livello nazionale almeno per le parti ritenute irrinunciabili): Regolamenti edilizi, Regolamenti di igiene e Norme tecniche di attuazione di strumenti urbanistici comunali. Analoga esigenza mi manifesta per i Regolamenti condominiali. Quindi si prevede che tutte queste norme andranno quanto prima adeguati alle nuove esigenze. Alcune delle innovazioni normative che appaiono più necessarie sono:

  • Leggero incremento delle superfici minime degli alloggi di edilizia economico – popolare e ridefinizione delle percentuali delle superficie NON residenziali da consentire per ciascun intervento edilizio
  • Modifiche ai regolamenti edilizi, ai regolamenti di igiene ed alle Normative tecniche degli strumenti urbanistici vigenti al fine di superare le contraddizioni con i nuovi indirizzi abitativi proposti. Ad esempio:
    • riduzione del RAI in presenza di balconi / terrazze sporgenti oltre ml 1,20
    • possibilità di realizzare sempre servizi igienici ciechi in aspirazione, consentendo così corpi di fabbrica di profondità notevole, con ricadute positive sui costi di costruzione e sul contenimento delle dispersioni energetiche.
    • Idem forse anche per corpi scala interni (aerati in sommità e/o meccanicamente)
Rocco e i suoi fratelli, diretto da Luchino Visconti, 1960.
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