Dopo le elezioni
Introduzione
Le elezioni sono il lievito della democrazia. A condizione che pur scontando i risvolti propagandistici ineludibili di ogni tenzone popolare, i candidati indichino programmi chiari, impegni, scadenze temporali, mezzi per conseguire gli obiettivi proposti. Tanto più in un confronto ravvicinato come sono le elezioni amministrative.
A Milano nonostante il tempo più lungo per la posticipazione del voto, tutto sembra muoversi pigramente, senza un vero dibattito né una sentita partecipazione. Risultato già scontato? Candidati senza appeal? Povertà delle idee messe in campo? Disillusione degli elettori? Certamente questo ed anche altro.
Ma senza un ruolo attivo della popolazione che futuro può attenderci, con i macroscopici problemi che la pandemia ci ha presentato? Un conto salato che dovremo pagare.
Non si intravedono invece cambiamenti di indirizzo in chi ha governato la città. Ma una trionfalistica narrazione di una Milano non più da bere ma da svendere al migliore offerente. Un nuovo rito ambrosiano con gli urbanisti chierichetti officianti di scelte prese in tutt’altra sede che non sia quella municipale. Niente quindi dei fondamenti dell’urbanistica, disciplina civica della conciliazione degli interessi pubblici e privati.
UCTAT, ma anche altri, hanno espresso critiche costruttive perché grandi possibilità strategiche potessero essere messe in campo: riqualificazioni dei quartieri con interventi esemplari e strutturali, una diversa impostazione nell’utilizzo delle enormi potenzialità pubbliche degli Scali ferroviari, una cultura del progetto dell’architettura e dei luoghi pubblici di cui Milano può rivendicare un riconosciuto ascendente.
I risultati sono sconcertanti. Gli esempi tanti su cui è stata richiamata l’attenzione: sprechi di risorse, paradossi come la cosiddetta urbanistica tattica, opere pubbliche sbagliate e incompiute (clamoroso Ponte Lambro), il verde pubblico di Santa Giulia di là da venire, ecc. Per non dire del post Expo, delle strutture ospedaliere fino alla Città della Salute, di una revisione del Piano urbano del traffico e della necessità di una ben diversa revisione del Piano del Governo del territorio per affrontare lo scenario post-pandemico. Nei fatti per ora tutto procedere come prima. Ma purtroppo o per fortuna non sarà più come prima.
Importante prenderne atto, condizione per cambiare e progettare una Milano migliore senza infingimenti. Più giusta e sfatando la distorta concezione che l’intervento pubblico, urbanizzazioni e opere sociali, siano solo il derivato di quel che passa l’iniziativa privata. Una logica distorta anche per la stessa intrapresa privata.
(F.S.)
Contributi
- Quali programmi per Milano? – Paolo Debiaggi
- Dopo le elezioni un nuovo ruolo per i Municipi? – Giovanni Castaldo
- Ancora sullo spazio pubblico – Elena Mussinelli
- Sul rinnovo/costruzione della città – Paolo Aina
- Nuove forme dell’abitare dopo la pandemia – Alfredo Castiglioni
- Il ruolo della Commissione del Paesaggio – Carlo Lolla
- Case alte, case basse – Fabrizio Schiaffonati
Segnalazioni
Laura Daglio (a cura di), VIRGINIA GALIMBERTI ANTONIO SCOCCIMARRO ARCHITETTI, con testi di: O.E. Bellini, L. Collina, L. Daglio, E. Ginelli, Maggioli, 2021
Marco Biraghi, QUESTA È ARCHITETTURA, Einaudi, 2021
Eleonora Fiorani, SCINTILLE DI UMANITÀ, Lupetti, 2021
Fabrizio Schiaffonati, Prefazione di Paolo Portoghesi, LETTERA A UN ASPIRANTE ARCHITETTO, Lupetti, 2021
Eugenio Arbizzani, PROGETTAZIONE TECNOLOGICA DELL’ARCHITETTURA, Maggioli, 2021
Iniziative ed Eventi
Forum Internazionale F20 Climate Solutions, 29-30 settembre 2021
Conferenza internazionale UROH 2021 – Urban Resilience and One Health. Strategies for a post-pandemic vision for Cities – promossa da Resilience Lab – 21-23 settembre 2021
Webinar della Prof.ssa Francesca Giglio Low-tech buildings and circular design as examples of innovative solutions – 30 settembre 2021