Un piano ambientale di scala vasta per il Municipio 4

UCTAT Newsletter n.39 – novembre 2021

di Elena Mussinelli

Il territorio del Municipio 4 è un contesto che alla scala vasta evidenzia notevoli opportunità legate al valore e alla rilevanza dei sistemi ambientali che lo caratterizzano.

La limitata presenza di fenomeni di sprawl ha consentito il permanere di ampie porzioni agricole e di vasti spazi aper­ti, diversamente da quanto accaduto con le dinamiche conurbative ver­so i Comuni dell’hinterland che si sono verificate in altri quadranti della città. Elevato inoltre è il potenziale di connessione ecologica alla scala vasta del Parco Agricolo Sud Milano, un territorio che conserva alcune caratteristiche peculiari, integrando valenze ecosistemico-produttive, culturali e paesaggistiche, attestandosi poi significativamente ai margini del costruito, da un lato con l’ampio comparto dei quartieri Regina Elena (Mazzini), Barzoni-Montemartini e Omero, dall’altro verso i quartieri periferici di Via Ripamonti.

Le analisi che abbiamo sviluppato alla scala del quadrante rendono conto di alcune criticità ambientali del quadrante, ma anche di notevoli opportunità. Le grandi estensioni del verde periurbano concorrono fortemente come vedete a mitigare l’isola di calore, anche se nelle aree più interne e a più alta densità urbanizzativa non mancano zone con temperature elevate e anche molto critiche. Il patrimonio del verde è esteso, certamente molto di più di quanto non lo sia nella media delle dotazioni cittadine, ma sono rilevabili molte discontinuità, ad esempio, nella carenza di alberature lungo le strade, in alcuni casi anche laddove esse potrebbero concorrere a mitigare il calore estivo con il loro ombreggiamento, ma soprattutto rispetto alla effettiva accessibilità e fruibilità dei parchi e dei giardini urbani.

Le analisi svolte ci hanno consentito di formulare alcuni primi indirizzi propositivi e soprattutto di provare a lanciare una possibile vision per il futuro.

È indispensabile contrastare ogni ulteriore pressione insediativa nel quadrante, sia in forma di sprawl che di elevate concentrazioni funzionali di nuova realizzazione. Vanno inoltre protette e potenziate le connessioni ecologiche di scala vasta già esistenti, mettendo il più possibile in relazione i sistemi verdi e blu già esistenti, anche valorizzandoli per la loro multifunzionalità, ovvero, per la loro capacità di fornire servizi ecosistemici di varia natura: servizi di supporto alla vita, per la conservazione e l’incremento dei valori ecologici e di biodiversità e per la tutela del suolo; servizi di approvvigionamento, e quindi produttivi di risorse quali il cibo, l’acqua, ecc.; servizi di regolazione, in rapporto ai fattori climatici e ambientali; e servizi di valore culturale, legati alla bellezza dei luoghi, alla memoria e all’identità dei paesaggi, alla qualità della loro fruibilità.

Pensiamo ad esempio al sistema che da Porto di Mare si allarga a Vaiano Valle, con gli ambiti paesaggistici del Ticinello e del Parco della Vettabbia; e ancora al Cammino dei Monaci che connette il sistema delle cascine e le abbazie di Chiaravalle, Mirasole e Viboldone. Alla distanza di poche fermate di metropolitana dal Duomo di Milano è qui presente un eccezionale condensato di valori ecologici, di peculiarità paesaggistiche identitarie, di capacità economico-produttive e di opportunità fruitive legate al tempo libero, allo sport e al loisir.

E pensiamo anche alle connessioni funzionali, fruitive e ambientali di questo vasto sistema con la città, ad esempio con i quartieri attestati su via Omero, un patrimonio testimoniale unico, un potenziale museo all’aperto dell’urbanistica e dell’edilizia popolare del Novecento.

Si potrebbe delineare così non solo una grande infrastrutture verde e blu collaborativa, ma anche la visione di un ampio sistema ecomuseale del Parco Sud, come già prospettato da Fabrizio Schiaffonati circa un anno fa sulla nostra newsletter. Orientando quindi il divenire di questo paesaggio verso un nuovo rapporto tra le permanenze storiche monumentali, il territorio agricolo delle cascine, le grandi infrastrutture e le frange urbane periferiche che si affacciano sul Parco: una grande opportunità di riqualificazione per ribaltare una “piramide dei valori” che fino ad oggi emarginato tali ambiti.

Dentro a questo ampio sistema, abbiamo focalizzato l’area di circa 70.000 mq compresa tra le vie Sile, Polesine, Mincio, Bessarione e viale Brenta.

Qui si è determinata una rilevantissima concentrazione di servizi civici, che configura un potenziale smart sustainable district e hub civico di primaria importanza e di grande significato per l’identità del Corvetto.

Con la possibilità quindi di delineare una proposta organica che consenta a questo comparto di strutturarsi come una vera e propria centralità urbana, con un progetto di masterplan unitario per la riqualificazione ambientale e fruitiva dell’intero sistema di spazi pubblici, piazze, vie e aree verdi, razionalizzando i percorsi viabilistici e ciclo-pedonali, coi relativi spazi per la sosta, migliorando l’accessibilità agli edifici e ai servizi, e valorizzandone la permeabilità, le relazioni funzionali e le connessioni ambientali.

Un progetto ambientale d’insieme che coordini interventi sistematici di attrezzamento urbano, di integrazione delle NBS nelle dotazioni di verde, ecc., prospettando azioni strutturali che garantiscano di un effettivo e verificabile incremento della qualità ecologica e della fruibilità di questo intorno urbano.

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