UCTAT Newsletter n.38 – ottobre 2021
di Elena Sironi

Sono nata e vivo tuttora in zona Corvetto e per me PORTOdiMARE ha sempre rappresentato un luogo dove si respira profumo di libertà e di campagna, di spazi aperti dove lo sguardo può aprirsi all’orizzonte.
Da ragazza ci portavo a “pascolare” il cane, quando ancora avere quel compagno di vita era una cosa rara. Certo all’epoca non era un posto tranquillissimo, c’era l’accampamento di quelli che ancora si chiamavano “zingari” e le baracche disseminate qua e là intimorivano un po’. Ma mi sono sempre sentita comunque privilegiata dall’avere a disposizione a pochi minuti da casa quei vasti campi aperti da cui si possono ammirare meravigliosi tramonti mossi dal volo degli uccelli in controluce
Nel 2013 il Comune di Milano ha acquistato questa vasta area di ca 1.250.000 mq e piano piano i riflettori si sono accesi insieme ad un certo interesse, forse placato e rallentato un po’ dalla difficile situazione di insicurezza dovuto alla presenza del ben noto “boschetto della droga”. Negli ultimi 5 anni però l’associazione ItaliaNostra – a cui il Comune ha affidato la manutenzione e la rivalutazione dell’area verde – ha fatto un buon lavoro insieme a cittadini volontari e PORTOdiMARE sta assumendo i connotati di un bel parco a disposizione dei milanesi che qui possono comodamente venire a scrollarsi di dosso il frastuono ed i ritmi incalzanti della città.
L’area di PORTOdiMARE è inserita nel contesto agreste e bucolico del Parco Agricolo Sud al confine con il vasto ambito agricolo del Parco della Vettabbia; nell’area insistono diverse antiche cascine tipiche lombarde tuttora attive nell’ambito dell’agricoltura e delle attività equestri, altre destinati ad attività sociali.
Circa due terzi dell’area – dalla Via Sant’Arialdo lungo la Via San Dionigi – sono vincolati a Parco di cintura (Regione), invece nel restante terzo considerato edificabile – per una superficie di ca 365.000 mq – ricompresa tra la Via Fabio Massimo, la via San Dionigi e la Via Cassinis – sono presenti diversi antichi cascinali, vaste aree tuttora a verde, centri sportivi (tennis, calcetto, equitazione) ed i capanni senza fondamenta di alcune piccole attività artigianali.
All’interno dell’area verde sono state rinvenute specie faunistiche rare e protette; in particolare nei due laghetti sul confine con l’area edificabile è stata rilevata la presenza del Cavaliere d’Italia e del Rospo Smeraldino e nell’intera area sono state rinvenuti Lepri, Gufi, Civette, Ricci, “Conigli dalla Coda di Cotone”, Picchio Rosso, Fagiani, Volpi.
Confesso che una delle ragioni per cui 5 anni mi candidai a consigliere di Municipio 4 è stato proprio l’intento di preservare questa grande area verde che – per distrazione o disinteresse dell’amministrazione comunale – ha conservato sino ad oggi immutata nel tempo la sua originaria vocazione agreste costellata dai magnifici antichi cascinali lombardi, retaggio di un passato glorioso che l’ha vista protagonista.
È stato quindi con immenso piacere che ho scoperto che la mia visione romantica sia stata condivisa già nel 1980 dalla Commissione provinciale di Milano per la protezione delle bellezze naturali che ha incluso, nell’ambito del più vasto contesto di Chiaravalle, l’area di PORTOdiMARE tra quelle da sottoporre a tutela paesistica e che nel 1984 il Presidente della Giunta regionale ne dichiarava con decreto il notevole interesse pubblico ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, art. 1 , n. 3 e n. 4 con le seguenti motivazioni:
“(…omissis) perché presenta caratteristiche di grande valore paesistico per la presenza di vaste aree a coltura a prato permanentemente verdi (particolarità più evidente e meritevole di tutela); malgrado la continuità del territorio fortemente urbanizzato di Milano, quest’area mantiene ancora oggi in gran parte una destinazione agricola che ha permesso la conservazione delle caratteristiche storiche del paesaggio;
tenuto conto inoltre che l’Abbazia di Chiaravalle, fondata da frate Bernardo di Clairvaux nel 1135 sorge sola ancora oggi nel paesaggio che ha caratterizzato e che con essa rappresenta un insostituibile esempio di antica e radicale modificazione paesistica la cui permanenza e valorizzazione giungono a merito della città che l’ha risparmiata dalla urbanizzazione e dal cui contrasto-confronto il paesaggio trae maggior rispetto;”
Condivido però una certa preoccupazione per le sorti future di questa preziosa area verde e i miei timori sono legati alla approvazione dell’ultimo PGT di Milano che prevede l’insediamento di una GFU (Grande Funzione Urbana) di 65.000 mq. nella parte più urbanizzata (se così si può dire). Con un certo orgoglio confido di essere riuscita ad ottenere che il Comune stralciasse dalla versione definitiva del PGT almeno la previsione di una GSV (Grande Struttura di Vendita) vale a dire di un grande centro commerciale, purtroppo invece la GFU rimane minacciosamente misteriosa ed oscura segnata sulla mappa.
Il mio timore è che anche questo angolo di natura, storia e cultura venga sommerso dal cemento travestito da riqualifica urbana. E mi piacerebbe riuscire ad illuminare i nuovi (ma vecchi) amministratori circa l’importanza di rivalutare quest’area tenendo fede, rispettando e rivalutando la sua vocazione secolare di area rurale, senza aggiungere nuovo cemento, ma solo riqualificando gli edifici storici esistenti e spostando altrove i capannoni industriali e artigianali (per esempio in uno dei tanti reliquati industriali in stato di abbandono sulla via Toffetti).
Il PNRR (Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza) stanzia investimenti per favorire il recupero di edifici di valore storico ed architettonico, così come per la creazione e la promozione di nuovi itinerari tematici, percorsi storici e visite guidate; le caratteristiche di PORTOdiMARE e del contesto agricolo in cui è inserito si prestano molto bene in questa prospettiva. Si pensi alla Valle dei Monaci con le sue Abbazie, alla chiesetta del Nocetum (luogo abitato già in epoca romana, come testimoniano i materiali ceramici più antichi ritrovati sotto al pavimento della chiesa), agli antichi cascinali, all’oasi naturalistica, alla contiguità col parco della Vettabbia … si può immaginare l’attrattività turistica di questi luoghi magari in associazione a ricettività rurale e alla ristorazione ispirata alla tradizione culinaria della campagna lombarda, così come a servizi sociali quali case vacanze nel verde per gli alunni delle scuole, per gli anziani e/o per persone affette da disabilità.
Certo la visione dovrebbe essere accompagnata dall’eliminazione delle attuali incongruenze viabilistiche: la via San Dionigi che separa drammaticamente i due parchi di PORTOdiMARE e della Vettabbia è attualmente esclusa da area B e l’ambiente naturale soffre per il transito di mezzi pesanti che rovinano ed inquinano il contesto creando un ostacolo ad un possibile corridoio verde per la fauna (oltre a costituire un pericolo per gli avventori (siano essi a piedi o in bicicletta). Lo stesso dicasi per la via Sant’Arialdo che corre di fronte all’ingresso all’antico borgo medievale di Chiaravalle, all’Abbazia e al cimitero. La pista ciclabile che attualmente da un lato si interrompe all’incrocio con la via Sant’Arialdo dovrebbe proseguire in sicurezza almeno sino all’Abbazia di Chiaravalle e magari proseguire sino a quella di Viboldone, dall’altro lato (verso il centro) la ciclabile si interrompe a Porta Romana in piazza Medaglie d’Oro e non copre le ultime centinaia di metri sino al Duomo. Gli antichi cascinali sono lasciati al degrado (salvo qualche rara cascina ancora in attività) ed è davvero demoralizzante osservare anno dopo anno il loro decadimento, mentre potrebbero essere il fiore all’occhiello di una città che sta letteralmente soffocando insieme ai milanesi tra nuovi palazzoni e grattacieli. Ma PORTOdiMARE è anche cultura ed antiche vestigia. Si narra che nella zona di Nocetum sia nascosta addirittura la zecca del Barbarossa! … ma pare purtroppo che la Sovrintendenza abbia abbandonato le ricerche….
Mi piace concludere questo breve escursus su PORTOdiMARE con una nota positiva: la pandemia e la crisi ambientale sono le due grandi sfide del nostro tempo e – benché innegabilmente siano tragedie – hanno portato con sé dei risvolti positivi, tra cui annovero una maggior consapevolezza generalizzata circa il grande valore da attribuire alla natura. E il mio pensiero si rivolge a quelle centinaia di persone che in piena pandemia incrociavo all’aria aperta, in bici o a piedi, sui sentieri di PORTOdiMARE a primavera. In quei momenti bui la natura ci ha regalato un tuffo nella pace e nella serenità di un magnifico contesto verde e agricolo. Confido che i milanesi ed i nostri amministratori siano maggiormente consapevoli dell’importanza della tutela e del rispetto dell’ambiente e della natura e sappiano attribuire il giusto valore alle rare e preziose aree verdi che restano a Milano.