UCTAT Newsletter n.38 – ottobre 2021
di Franco Portinari – Comitato Cittadino Porto Di Mare
L’area ex Porto di Mare, al confine tra la zona 4, 5 e Chiaravalle, dal 2014 é di proprietà del Comune, ma da decenni aspetta di essere riqualificata e bonificata.
Cominciarono già negli anni ‘20 del secolo scorso con il tentativo di realizzare un canale navigabile che da Milano arrivasse a Cremona e al Po. L’ Ente Canale Navigabile venne sciolto nel 1999, dopo aver curato per decenni la manutenzione del Canale che terminava a Cremona.
Poi, con cadenza regolare, si prospettarono “Città” di tutti i tipi, dell’Artigianato, dello Sport, della Giustizia, della Salute, di cui si videro sempre soltanto grandi rendering e studi fattibilità. Tutti questi grandi progetti affondarono nei fiumi di parole e di promesse disattese, nonostante l’area si trovasse vicino a grandi vie di comunicazione, tangenziali, ferrovia, metropolitana e a pochi minuti da piazza Duomo.
Non è un mistero che l’area abbia sempre goduto di cattiva fama, a cominciare dai primi anni ’70, quando venne individuata come il sito ideale per la discarica di tutta Milano e dieci anni dopo anche per il Depuratore, sempre per tutta la città. Rispettivamente, il Parco Cassinis e il Parco della Vettabbia risultano ad oggi gli unici “risarcimenti” alla zona.
L’ex discarica, non bonificata, è diventata “Parco Porto di Mare” da quando è stato espiantato il “boschetto della droga” nei pressi di Rogoredo e Italia Nostra, su incarico del Comune, si è dedicata alla cura del verde e dei sentieri pedonali e ciclabili.
In buona sostanza l’unica “Città” realizzata è stata quella dei rifiuti e dei liquami dell’intera metropoli.
La fama di terra di nessuno si è poi consolidata negli anni ’90 con insediamenti abusivi, baracche-favelas di rom e clandestini di ogni origine.
Un grosso contributo al degrado della zona, per la verità va ascritto in modo bipartisan a tutte le forze che hanno preso casa a Palazzo Marino dimostrandosi sempre molto tolleranti con le discoteche che, nel tempo, cambiando nome, hanno flagellato i residenti con la musica a palla, il traffico caotico dalla mezzanotte alle 6 del mattino, le risse e lo scempio del parco Cassinis.
Al quale non sono neanche mancate le “cure” della Comunità sudamericana, a cui l’allora vice sindaco De Corato consegnò, nelle mani del Console Peruviano Don Mendevil, le “chiavi” del parco.
Area verde che in poche settimane si trasformò in un girone Dantesco, che per essere smantellato dovettero intervenire decine di mezzi dei Carabinieri, Polizia e GdF.
Ma questa è ormai é storia di quasi vent’anni fa.
Di recente è comparso nella comunicazione istituzionale l’acronimo GFU per definire, nell’ambito del PGT (piano governo del territorio) , le grandi funzioni urbane.
Da quando, nel 2017, le discoteche Karma e Borgo, hanno cessato per implosione, causa malaffare, connessioni criminali e susseguirsi di fatti di sangue, le vie limitrofe hanno ripreso fiato, riposo notturno, parco pulito, certo da quando l’area è diventata del Comune, la bonifica dell’amianto promessa entro la fine del 2017 dall’Assessore Maran , non é stata ancora realizzata.
In compenso quest’ultimo, come suo atto da uscente, ha assegnato “in via temporanea” i 36.000 mq del Karma ad una società unica in gara (!!!) per novant’anni a €5.000 al mese (gratis i primi 10 anni, tanto per gradire!).
Nei programmi di questa società ci sono attività che vanno dai mercatini della Coldiretti ad eventi musicali e artistici non precisati per migliaia di persone.
Invece di inglobare questo spazio nel Parco Porto di Mare di Italia Nostra vediamo con questa cessione di area, che si preferisce ripercorre la vecchia strada del disturbo della quiete pubblica infischiandosene dei residenti e delle loro lotte trentennali fatte di esposti, petizioni, rilievi dellARPA!
A proposito di vecchia strada, naturalmente nessun cenno alla viabilità da rendere agevole e congrua all’afflusso e il deflusso di migliaia di persone.
Tutto ciò dobbiamo constatare, rientra perfettamente nelle GFU, al Porto di Mare già note come Grandi Fastidi Urbani.
Nei primi anni novanta nacque il Comitato Cittadino Porto di Mare Milano con il fine di difendere il verde pubblico del Parco Cassinis e bonificare l’ area Porto di Mare, di riqualificare il quartiere contro il degrado e ripristinare la convivenza civile e la legalità.
