Sperando in una città educata

UCTAT Newsletter n.40 – dicembre 2021

di Alessandro Ubertazzi

Il numero di Natale di una rivista di architettura che riflette sulle questioni relative alla cittá non puó rinunciare ad affrontare alcuni modi con i quali questa si appresta a celebrare le imminenti festivitá.

Effettivamente, con piú di un mese di anticipo rispetto al traguardo del 25 Dicembre, Milano si è gradualmente trasformata in un grande presepe illuminato… ovviamente piú per incentivare la naturale propensione agli acquisti di beni-regalo che non per indurre una composta riflessione sulla necessità di volersi tutti più bene.

Rispetto ai tempi nei quali, bambini, ci accontentavamo delle nenie di qualche zampognaro venuto dal lontano Abruzzo ovvero dei fiocchi di zucchero filato, oggi osserviamo con relativa allegria le facciate degli esercizi commerciali e dei ristoranti tappezzati di lucette intermittenti… di marca cinese.

Quel che è certo è che la nostra città meriterebbe qualche “regalo” più consistente e forse anche più duraturo proprio per superare meglio le difficoltà introdotte dal clima ovviamente piú rigido rispetto a tutto il resto dell’anno.

Io che, in questa città, mi sposto prevalentemente in bicicletta, mi aspetterei, ad esempio, che le pietre delle pavimentazioni (oggi troppo spesso sconnesse a causa di un tipo di traffico che, un tempo, non era assolutamente previsto e, comunque, posate con impropria distanza fra loro) fossero meno pericolose di quanto già non lo siano per la pioggia e per il gelo (foto 1).

Lasciamo pure che le luminarie introducano una giositá accattivante ma esteriore! (foto 2) Personalmente desidero peró, ad esempio, che sia finalmente affrontata la “depalificazione” degli spazi pubblici che tanto mi aveva impegnato professionalmente in passato.

Lungi dal vedere eliminati i sostegni inutili di segnaletiche che potrebbero e dovrebbero essere accorpate fra loro, assisto, infatti, mio malgrado, a una ulteriore proliferazione di pali e paletti: questi stanno perfino aumentando e, giorno dopo giorno, trasformano il paesaggio urbano in una invadente e indesiderata foresta metallica (foto 3).

Non parliamo delle segnaletiche per il traffico verniciate sull’asfalto sempre più vistose; assieme alla suddetta foresta, esse sono tali da negarci l’oggettiva suggestione di molti affascinanti scenari architettonici o anche semplicemente edilizi: ritengo che (analogamente al discorso sulla improbabile opportunitá di applicare un “cappotto” alla moltitudine di edifici storici che costituiscono un patrimonio estetico irrinunciabile per il nostro Paese) le normative internazionali riguardanti la regolamentazione del traffico dovrebbero essere meno invasive e incongruenti con il nostro specifico e peculiare contesto esistente (foto 4 e 5).

Non parliamo del disordine concettuale costituito dai binari malamente interrotti nel caso di linee tramviarie dismesse (foto 6 e 7).

Non parliamo poi della pervicacia dei soliti impuniti imbecilli che imbrattano con i loro insopportabili vagiti comunicativi i muri degli edifici altrui: nessuno provvede, infatti, a fermarli imponendo loro, quantomeno, di risarcire i danni materiali e morali per il degrado e per le devastazioni introdotte dal loro vile e ripugnante comportamento (foto 8, 9 e 10).

Caro Gesú Bambino, ben vengano, gli artisti (quelli veri) che possano contribuire (in ogni caso su espresso incarico degli abitanti) a conferire significatività ai molti muri disadorni sparsi fra le case ma vorrei tanto che tu ci aiutassi a fermare il flagello degli imbrattatori seriali dei muri.

In una città così degradata senza che l’autoritá si manifesti autorevolmente ed esplicitamente, l’Istituzione pubblica perde progressivamente di credibilitá: si veda, in tal senso, ad esempio, la massiccia astensione alle recenti votazioni amministrative.

Didascalie.

1.
Lastricati in pietra malamente posati con pericolose fughe tra un concio e l’altro.

2.
Pizzerie e negozi di moda assomigliano sempre piú agli alberi di Natale.

3.
Quando qualcuno riuscirá a ridurre i pali inutili delle segnaletiche urbane?

4. e 5.
Le segnaletiche soprattutto orizzontali non hanno alcun rispetto per le caratteristiche estetiche del contesto abitato.

6. e 7.
Moltissimi sono i casi di binari malamente interrotti.

8., 9. e 10.
Alcuni esempi dello scempio perpetrato su tutto il quartiere che gravita attorno a via Tortona, che ambisce ad essere la sede del FuoriSalone del Mobile!

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